Il 25 giugno 2025 la Camera dei Deputati ha approvato una proposta di legge sull’intelligenza artificiale, aprendo la strada alla prima legge nazionale sull’IA in Italia. Se approvata anche dal Senato, la legge sull’intelligenza artificiale in Italia nel 2025 segnerà un punto di svolta: sarà il primo esempio europeo di normativa nazionale a integrare l’AI Act dell’Unione Europea con regole specifiche per professionisti, giustizia, lavoro e pubblica amministrazione.
Un momento storico per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale
Il 25 giugno 2025, la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui in Italia si sviluppa e si utilizza l’Intelligenza Artificiale.
Il testo, che ora torna al Senato per la terza (e forse ultima) lettura, delega il Governo a costruire una vera e propria legge nazionale sull’IA. Se approvato in via definitiva, renderà l’Italia il primo Paese dell’Unione Europea a dotarsi di una norma organica sul tema, affiancando l’AI Act europeo con misure specifiche per il nostro territorio.
Perché serve una legge nazionale se esiste già l’AI Act europeo?
L’AI Act, approvato a livello europeo nel 2024, fissa le regole comuni per l’uso dell’IA in tutta l’Unione. Ma, come spesso accade, lascia agli Stati membri lo spazio per normare come applicarle in contesti locali: lavoro, giustizia, sanità, professioni.
Il disegno di legge italiano fa proprio questo: prende la base europea e la declina secondo il contesto italiano, con più attenzione a temi etici, lavorativi e giuridici.
I punti chiave del disegno di legge italiano sull’IA
Ecco cosa prevede in concreto il testo approvato dalla Camera:
Usi consentiti e vietati dell’IA
- No alla giustizia predittiva: l’IA non potrà essere usata per decidere sentenze o sostituire il giudice. Sarà ammessa solo per supporto tecnico (ricerca giurisprudenza, gestione fascicoli).
- Sì all’IA nella pubblica amministrazione, ma con regole precise su trasparenza e protezione dei dati.
Tutele per i lavoratori
- I datori di lavoro non potranno usare l’IA per controllare a distanza i dipendenti.
- L’introduzione di sistemi IA nelle aziende richiederà consultazione con i sindacati.
- Stop all’uso di algoritmi per licenziare o valutare automaticamente i lavoratori.
Obblighi peri i lavoratori
Avvocati, commercialisti, consulenti e medici saranno tenuti a comunicare ai clienti quando usano l’IA, per esempio per redigere documenti, fare diagnosi o analizzare dati.
Più libertà per la ricerca scientifica
Per i centri di ricerca pubblici e no-profit, sarà più facile usare dati personali (anche sensibili) per addestrare sistemi IA, purché lo scopo sia di interesse pubblico. È una deroga temporanea al GDPR, pensata per accelerare l’innovazione.
Diritto d’autore e responsabilità
- Le opere create solo da IA non saranno protette dal diritto d’autore.
- Saranno introdotte nuove aggravanti penali per chi usa l’IA per truffe, disinformazione, deepfake o diffusione di contenuti falsi.
Cosa succede adesso?
Il provvedimento è ora al Senato per la terza lettura. Se approvato definitivamente:
- Il Governo avrà fino a 12 mesi per scrivere i decreti attuativi.
- Le norme entreranno in vigore gradualmente, settore per settore.
- Saranno previsti controlli e sanzioni per chi non rispetta le regole.
Perché è importante questa legge?
L’Italia è spesso percepita come in ritardo sull’innovazione, ma con questa legge potrebbe diventare un caso europeo di eccellenza:
- Si tutela l’etica dell’IA, senza ostacolare il progresso.
- Si difendono lavoratori, cittadini e utenti da usi pericolosi o poco trasparenti.
- Si dà slancio alla ricerca e all’adozione dell’IA nella PA, nella sanità e nell’industria.
Come ha dichiarato il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, “è un passaggio strategico per la sovranità digitale del Paese”.
Conclusione
La legge italiana sull’intelligenza artificiale non è solo un insieme di regole: è una visione politica e culturale su come l’IA dovrebbe servire le persone, non sostituirle.
Sarà interessante seguire l’evoluzione dei decreti attuativi e capire come questo impianto normativo influenzerà lo sviluppo delle tecnologie nel nostro Paese. Plan Studios continuerà a monitorare il tema da vicino — per informare, comprendere e innovare in modo consapevole.
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